Giordano Bruno la storia e la statua a Campo de Fiori

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Orde di giovani che si ubriacano a Piazza di Campo de Fiori difficilmente si saranno chiesti di chi sia la statua che troneggia in mezzo alla piazza. E’ dedicata a GIORDANO BRUNO, un filosofo, scrittore e frate dominicano eretico bruciato vivo il 17 Febbraio 1600 per ordine di Papa Clemente VIII.

Quel giorno, in quella piazza, c’era nella folla che assisteva all’ esecuzione anche Caravaggio che si era recato li per obbedire a Papa Clemente VIII che gli aveva imposto di presenziare alla esecuzione capitale.

Il corteo dei romani che dalle carceri papali di Tor Di Nona accompagnò il filosofo al patibolo di Campo de Fiori fu affollatissimo. Giordano Bruno, solo 9 giorni prima, alla lettura della sentenza (e dopo ben otto anni di carcere) che lo definiva “eretico impenitente ostinato” aveva pronunciato – spavaldo – la famosa frase:

Forse tremate più voi nel pronunciare contro di me questa sentenza che io nell’ascoltarla”.

Esempio di martire del pensiero libero, può non essere a conoscenza dei più il fatto che ancora oggi la Chiesa si rifiuta di riabilitarlo (nel 2000 Papa Giovanni Paolo II ruppe il silenzio dopo 400 anni, primo Papa, ma non ci fu alcuna riabilitazione) perché ancora anti-cristiane sono le sue idee (Bruno postulava un universo infinito, coincidente con Dio, contenente infiniti mondi, in una visione panteistica del cosmo; negava la transustanziazione, la Trinità, aderiva alla teoria copernicana, riteneva gli astri corpi animati, negava l’immortalità dell’anima, etc).

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Una prima statua era stata eretta nel 1849 durante la Repubblica Romana, poi fatta abbattere da Pio IX. Vollero poi la statua attuale gli studenti dell’Università La Sapienza e il Comune di Roma accettò anche con un contributo di 200 lire. Il primo bozzetto proposto dallo scultore Ettore Ferrari fu però rifiutato perché raffigurante Giordano Bruno in atteggiamento di sfida davanti al tribunale dell’Inquisizione.

Fu invece accettata la statua attuale, ma nessuno si accorse dei segnali simbolici anticlericali inseriti nel monumento. La statua è a figura intera, Giordano Bruno ha le braccia incrociate, tiene in mano un libro, la testa è coperta da un cappuccio. La statua è montata su un alto piedistallo.

Nella parte superiore del piedistallo su ciascun lato ci sono due bassorilievi inghirlandati raffiguranti personaggi storici che, secondo lo scultore, erano seguaci di Bruno, o furono giustiziati o uccisi per motivi religiosi, o furono perseguitati per le loro opinioni e credenze – Jan Huss, John Wycliff, Michele Serveto, Antonio Paleario, Giulio Cesare Vannini, Pietro Ramo, Tommaso Campanella e Paolo Sarpi. Ma attenzione: c’è un nono medaglione, fateci caso, nascosto in quello che immortala Vanini: vi è rappresentato addirittura Martin Lutero. La sfida al Vaticano può dirsi completata.

Il monumento a Bruno venne inaugurato il 9 giugno 1889 con una grande manifestazione, dopo che un corteo di 20mila persone, partito dalla stazione Termini, aveva raggiunto la piazza. Una celebre fotografia di quella giornata ci ha conservato l’immagine di un Campo dei Fiori affollato, con le tribune delle autorità e migliaia di bandiere (fonte ROMA CONTEMPORANEA di Vittorio Vidotto editore Laterza).

Campo de Fiori non era l’unico luogo di esecuzioni pubbliche c’è anche un’altra strada dove veniva eseguita il “tratto della corda“, una macabra forma di tortura, che consisteva nel sollevare una persona con le braccia legate dietro la schiena e poi lasciarla cadere. Ciò avrebbe l’effetto di lussare le spalle, provocando un dolore lancinante. C’è un riferimento a questa modalità di tortura nel nome di una strada vicina,  via della Corda.

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