Durante il periodo fascista fu chiamato Foro Mussolini , poi cambiò nome dopo la seconda guerra mondiale . Fu completato nel 1960, per ospitare gli eventi dei Giochi Olimpici di Roma . Qui si trova anche lo stadio Olimpico che ospita le partite di Roma, Lazio, della nazionale, del rugby e di vari eventi musicali nel corso dell’ anno.
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L’ingresso principale al Foro è in Piazza Lauro de Bosis , ad ovest del Ponte Duca d’Aosta che permette di attraversare il Tevere . Questa piazza è contrassegnata al centro dal Monolito di Mussolini , un obelisco in marmo di Carrara alto 36 metri.
Ai lati dell’ingresso sorgono due edifici in mattoni rossi, rispettivamente sede dell’Istituto Universitario di Scienze Motorie (a sinistra) e del Comitato Olimpico Nazionale Italiano (a destra).
foro italico come arrivare
ci sono due modi principali per arrivare con i mezzi pubblici al Foro Italico. Arrivando dalla stessa sponda del Tevere scendiamo con la metro A a OTTAVIANO e poi prendiamo il bus 32 a via Barletta.
Oppure se ci troviamo nell’ altra sponda scendiamo a con la metro A a FLAMINIO e prendiamo il tram 2 fino piazza MANCINI. Da li’ a piedi superiamo il Tevere su ponte DUCA D’AOSTA.
Un lungo vicolo di circa 130 metri, il Viale del Foro Italico , terminato da una grande piazza circolare, il Piazzale del Foro Italico , consente l’accesso a diversi impianti sportivi, tra cui, primo fra tutti:
- lo stadio Olimpico
- lo stadio dei Marmi “Pietro Mennea”
- lo stadio nautico all’ aperto;
- campi da tennis in terra battuta
- campi da basket;
- piste da corsa;
- sale di scherma dell’Accademia di scherma al Foro italico (it) ;
- la piscina del Foro Italico
Stadio del Tennis Foro Italico
Lo stadio che fa parte del monumentale complesso polisportivo Foro Italico, concepito nel 1928 da Enrico Del Debbio, fu progettato dall’architetto Costantino Costantini che l’aveva denominato Stadio Olimpico della Racchetta (in quegli anni era stati aboliti i nomi stranieri e la parola “tennis” non fece eccezione) e successivamente Stadio della Pallacorda. Completato nel 1934, nel 1935 divenne sede degli Internazionali d’Italia che però, proprio da quell’anno, vissero una lunga interruzione fino al 1950.
Lo stadio è completamente interrato con le gradinate di marmo di Carrara che dal piano di calpestio dell’area scendono dolcemente verso il campo da tennis. Di marmo di Carrara sono anche le diciotto monumentali statue di atleti olimpionici che circondano lo stadio.
Dal 1950, fatta eccezione per il 1961 quando per il centenario dell’Unità d’Italia gli Internazionali si tennero a Torino, vi si disputarono tutti gli incontri più importanti, incluse le finali, del torneo. Negli anni 70, ormai insufficiente a contenere il pubblico che in quegli anni comincia ad appassionarsi al tennis, lo stadio viene ampliato con impalcature in tubi Innocenti, tra le quali vengono imprigionate le storiche statue in marmo, e tribune in legno su cui, negli incontri di maggior cartello, si accalca l’appassionato pubblico romano.
Questo fino agli anni 90 quando viene realizzato, a fianco dello Stadio della Pallacorda, il nuovo Centrale in legno lamellare, rimuovendo così le impalcature posticce e riportando finalmente all’antico splendore il Campo della Pallacorda. Poi, nel 2010, questo nuovo stadio venne completamente smantellato per dare spazio all’attuale Centrale, realizzato secondo le regole di capienza imposte dalla Federazione Internazionale per una capienza di 10.500 posti a sedere. Dal 2006 lo Stadio della Pallacorda è intitolato al grande campione italiano Nicola Pietrangeli
articolo bellissimo che illustra in modo ottimale una delle piú belle aree sportive del mondo, vale la pena anche la sola visita partendo dall’incrocio tra Via delle Olimpiadi e via Roberto Morra di Lavriano e risalendo verso l’ Olimpico